La Migliore Prevenzione è l’Omeopatia Costituzionale

Partiamo dalle premesse, ma  senza prenderla troppo per le lunghe.

 

L’Omeopatia cura il soggetto e non il sintomo.

Diciamo anche che un individuo si ammala più facilmente se la propria costituzione non è in equilibrio.

Che significa?

Significa che le diverse diatesi (psorica, sicotica, luesinica e tubercolinica) sono squilibrate. Una o più diatesi possono squilibrarsi anche contemporaneamente.

Ogni costituzione ha una prevalenza diatesica.

Vuol dire che in ogni costituzione le diatesi si presentano in un determinato ordine di prevalenza.

Così, ad esempio, nei soggetti sulfurici dopo una lunga fase psorica, si innesta quasi immediatamente la diatesi luesinica. Nei carbonici invece dopo una breve fase psorica, si innesta subito una fase sicotica.

Nelle costituzioni longilinee, fase psorica e tubercolinica quasi coesistono. Successivamente intervengono sicosi e luesinismo.

 

Fatta questa premessa, torniamo al discorso della prevenzione e facciamo alcuni esempi classici di “ostinazione allopatica”.

La medicina ufficiale, spesso continua a prendersela con il singolo batterio o con il virus, invece di porre attenzione al terreno in cui batteri e virus trovano facile impiantarsi e proliferare.

Vogliamo continuare a fare la guerra a virus e batteri, o non è forse più semplice riequilibrare il terreno in cui il virus o il batterio prolifera?

Nel caso in cui invece decidessimo di intraprendere la via dell’eradicazione del batterio, la strada parte in salita.

Sono all’ordine del giorno gli insuccessi nel campo della medicina tradizionale quando ci si mette a combattere contro Candida Albicans o contro il famigerato Helicobacter Pylori, batterio a cui viene data la colpa di tante ulcere gastroduodenali.

Spesso e volentieri, dopo terapie antibiotiche o antimicotiche durate mesi, dopo una parziale fase di “debellamento” in cui il batterio sembra essere scomparso, si assiste in pochissimo tempo ad una nuova infezione e, ovviamente, ad un ripresentarsi del quadro clinico – sintomatologico che invece il povero paziente sperava di aver dimenticato per sempre.

 

Mi rendo conto, quando parlo con i miei pazienti in farmacia, che il solo concetto di riequilibrare il terreno possa apparire una cosa lunga.

In un mondo in cui tutti vogliono tutto e subito, la sola parola riequilibrare, porta con sé l’intrinseca immagine del tempo che passa.

 

In realtà, a fare due-tre cicli di antibiotici non è che ci voglia meno tempo o la spesa sia inferiore, ma la guerra, mi rendo conto, è  da combattere, più che altro, sul piano culturale.

 

Volendo fare un altro clamoroso esempio di insuccesso nel campo della medicina tradizionale, potremmo parlare della Candida. Decine di migliaia di donne continuano a combattere con questo fungo a suon di capsule, ovuli, lavande, bustine e quant’altro e continuano a rimanere frustrate nei risultati a causa del continuo ripresentarsi dei fastidiosissimi sintomi.

La cosa simpatica è che una pratica semplicissima come quella dell’alcalinizzazione sistemica (pratica di cui parlano ormai anche le riviste di salute di terza categoria) che permette spesso un rapido miglioramento del quadro generale dell’individuo e dei sintomi della candidosi, rimane pressoché sconosciuta alla medicina ufficiale.

 

Torniamo al nostro discorso su costituzioni e diatesi.

Qual è il processo da compiere, dal punto di vista del terapeuta, per curare una malattia recidivante ?

Individuiamo per semplicità un percorso mentale:

  1. Individuazione della Costituzione del soggetto
  2. e  della Diagnosi clinica
  3. Inquadramento della Diagnosi all’interno di una delle Diatesi (Diatesi=Tendenza ad ammalarsi= Forza Energetica Fisio Patolgica = Miasma)
  4. Inquadramento della Diatesi all’interno della Costituzione (è una diatesi dominante o secondaria?)
  5. Individuazione del grado di scompenso costituzionale (quanto lontani ci troviamo dallo stato di equilibrio costituzionale o dal medicinale costituzionale di base).

 

Scopo del gioco è riequilibrare tutte le diatesi squilibrate e, contemporaneamente, attraverso l’utilizzo dei medicinali costituzionali intermedi, giungere finalmente al medicinale costituzionale di base.

Quando abbiamo riequilibrato tutte le diatesi, partendo dalla più grave per arrivare alla meno grave, utilizziamo il nosode relativo ad ogni diatesi per evitare che lo squilibrio si ripresenti nel tempo.

Ultimo passo è l’utilizzo del medicinale costituzionale di base per esaltare tutte le funzioni della costituzione.

 

Questo percorso, che qui è stato descritto per fasi, in realtà nella pratica clinica è più confuso.

Questo rimane uno schema teorico che va rispettato per avere una specie di paradigma da seguire, ma è chiaro che i diversi farmaci andranno prescritti o consigliati sulla base dei sintomi mostrati dal paziente.

 

Diciamo quindi che la prevenzione migliore, la più specifica, quella su misura, si fa con i medicinali della costituzione.

 

Detto questo, ricordiamo che esiste poi una prevenzione aspecifica che è quella che si fa, spesso a ridosso o durante la stagione invernale, utilizzando farmaci quali Infuenzinum o Anas Barbariae. Si chiama aspecifica perchè va bene per tutti.

Funziona e va bene finché i farmaci si assumono, ma la protezione decresce al diminuire delle somministrazioni.

Niente vieta di poter fare contemporaneamente le due cose, cioè fare una prevenzione a-specifica, andando nel frattempo a riequilibrare le diverse diatesi.

Tutto chiaro, no?

 

 

 

 

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