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Quanti Farmaci Omeopatici si possono assumere giornalmente?

In linea generale possiamo dire che finché l’azione del farmaco non si è conclusa, è bene non assumere un altro farmaco omeopatico.

Capire quando questo accade non è semplicissimo e richiede un po’ di esperienza e di dimestichezza con l’assunzione di farmaci omeopatici.

 

Partiamo dalle diverse diluizioni dei farmaci omeopatici

  • I farmaci in diluizione decimale  (D o DH) hanno una azione breve, che si esaurisce in poco tempo, diciamo in 15- 20 minuti. Pertanto potranno essere somministrati da 2-3 a più volte nell’arco della stessa giornata (8-10).
  • Farmaci a bassa diluizione (dove qui per bassa diluizione intendiamo fino alla 6-7 CH o C) hanno una durata d’azione di circa un’ora pertanto si possono assumere da tre a più volte al dì.
  • Farmaci a diluizione media (9-30 CH) possono avere una azione che dura da qualche ora ad un giorno intero (ma, talvolta anche più). La 9 CH 3-4 volte al dì, al 15CH un paio di volte e la 30CH una sola volta al giorno.
  • Farmaci ad alta diluizione (dalla 200 CH in poi) possono avere un effetto che persiste anche di un paio di settimane.

 

Questa distinzione viene fatta a solo scopo esemplificativo, ma, in realtà, viene influenzata da tutta una serie di fattori tra cui:

  • Malattia acuta o cronica: in acuto la somministrazione del farmaco va ripetuta più spesso in funzione della gravità della malattia;
  • Origine del farmaco: Vegetale, animale o Minerale (farmaci di provenienza minerale hanno mediamente una azione più lunga rispetto agli altri due).
  • Reattività e costituzione del paziente: alcune costituzioni vanno bombardate di farmaci per ottenere un’azione terapeutica, mente altre più sensibili sono più reattive.

 

 

Le scuole

In più c’è anche la questione della scuola omeopatica di appartenenza del terapeuta. 

Ci saranno gli unicisti più intransigenti che faranno assumere ai pazienti un solo farmaco per volta. Nel caso in cui sia necessario intervenire in acuto il farmaco di base viene fatto sospendere al paziente.

Ci sono i pluralisti per i quali sarà possibile prescrivere -se necessario- fino a due tre farmaci al dì.

I Complessisiti e gli Omotossicologi che prescrivono uno o più farmaci complessi anche nell’arco della stessa giornata da assumere o in momenti diversi o addirittura mescolati insieme in veri e propri cocktail.

Poi ci sono i Costituzionalisti che una volta inquadrato costituzionalemtne il soggetto, possono agire o prescrivendo un solo farmaco come gli unicisti, più farmaci coerenti tra oro come i pluralisti, ma anche abbinando alle terapie di base farmaci complessi per patologie acute o per accompagnamento in malattie cronico-degenerative.

 

In linea di principio, nell’arco di una stessa giornata non bisognerebbe assumere più farmaci omeopatici a diluizione media o alta per evitare interferenza tra gli stessi.

 

Ci possono essere dei casi in cui il terapeuta ritenga che un singolo farmaco non sia in grado di coprire la totalità della sintomatologia mostrata dal paziente ed allora può, nell’arco di una stessa giornata, prescrivere più farmaci contemporaneamente.

Può essere possibile abbinare nella stessa giornata farmaci a diluizione molto diversa tra loro nel caso in cui alla terapia “di fondo” sia necessario abbinare una terapia sintomatica per un disturbo acuto sopravvenuto.

In ogni caso è sempre buona abitudine consultare il proprio terapeuta per chiedere ulteriori delucidazioni caso per caso.

 

Farmaci Incompatibili ed Antidoti

Esiste poi il problema delle incompatibilità tra alcuni farmaci (ad esempio Ignatia Amara e Nux Vomica) e dell’effetto antidoto che alcuni farmaci hanno su altri (es. Aconitum su Belladonna o Camphora su tutti).

 

 

Riassumiamo

Alcuni fattori che  possono determinare la frequenza di somministrazione di un farmaco omeopatico sono:

Potenza del farmaco: maggiore la potenza del farmaco, minore deve essere la frequenza di somministrazione;

Scopo del farmaco: il farmaco costituzionale (quasi sempre ad alta potenza) andrà prescritto con frequenza minore, invece farmaci prescritti ad uso terapeutico andranno prescritto con maggiore frequenza);

Rapidità con cui il farmaco viene consumato dall’organismo: alcuni farmaci vengono “bruciati” più velocemente dalla malattia rispetto altri. Ci saranno poi alcuni farmaci ad azione più rapida (come ad esempio Belladonna, Aconitum, Arsenicum Album, ..) ed altri farmaci ad azione più lenta (come Lycopodium, Thuja, …) . I Nosodi sono farmaci lenti eper eccellenza e ad azione molto profonda;

Costituzione del paziente:  i soggetti fosforici che sono ipersensibili dovranno assumere i farmaci con una frequenza minore rispetto agli ipo-sensibili carbonici;

Forza Vitale del paziente: più è alta la forza vitale o la reattività del paziente, maggiore deve essere la frequenza di somministrazione. Minore la  forza vitale, minore la frequenza di somministrazione;

Virulenza della malattia:  nel corso di malattie acute con esordio improvviso si preferirà una frequenza di somministrazione maggiore rispetto  ad una malattia più lenta con un esordio progressivo;

 

In generale, Situazioni acute  richiederanno maggiore frequenza di somministrazione rispetto alle croniche.

In caso di fattori che impediscono la cura, i farmaci vanno assunti più di frequente. Ad esempio in caso di contemporanea somministrazione di farmaci allopatici o in caso di impossibilità di eliminare la causa esterna della malattia (un capo insopportabile, un marito rompiscatole …).

 

 

Per curare per curarsi con l’omeopatia diceva il mio maestro, sono necessarie:

•una Buona conoscenza della Patologia e della Clinica

•una Buona conoscenza della Materia Medica Omeopatica

•una Diagnosi Clinica

•una Diagnosi Costituzionale

•una Diagnosi Diatesica

•un Metodo per un Consiglio Efficace per favorire l’Aderenza alla Terapia.

 

Anche in questo caso, è evidente, che è  impossibile fare automedicazione con l’Omeopatia. Le conoscenze richieste,  le nozioni provenienti dalla pratica clinica e i diversi tipi di variabili da prendere in considerazione sono troppe per i non addetti ai lavori ed è altissima la probabilità di fare un buco nell’acqua e che poi si dia la colpa all’ “Omeopatia-che non funziona!”

 

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